L’immagine aziendale è costituita in buona parte anche da componenti astratte, come i valori, gli obiettivi o i messaggi emozionali. Al grafico è dato l’onere di rendere percettibili al pubblico questi aspetti più intangibili, traducendoli in lettere, simboli, motivi e colori. Questo processo prende le mosse dalla definizione di un’identità aziendale, che presuppone la progettazione di un logo.
Un logo può essere composto da una parte tipografica (il logotipo) e da una parte iconografica (il simbolo).
Qualora la parte tipografica sia già di per sé distintiva, si può scegliere di fare a meno del simbolo. Aziende già molto conosciute e affermate possono invece permettersi di rinunciare alla parte tipografica e marchiare i loro prodotti solo con il simbolo, sempre che questo sia fortemente caratterizzante e facilmente distinguibile. Pensiamo ad esempio al famoso “swoosh“: è immediatamente riconoscibile, e non vi è alcun bisogno di accompagnalo alla dicitura “Nike“.
Il logo rappresenta una componente importante e fondamentale dell’identità aziendale. Ma, da solo, non basta. Un’azienda trasmette la propria immagine attraverso numerosi dispositivi visivi: dal biglietto da visita a tutti i materiali di comunicazione promozionale (esempio i volantini) al packaging dei prodotti.
Per questo, dopo aver affinato il concept di un logo, è necessario progettare attentamente le sue applicazioni. La parola d’ordine è coerenza: affinché l’immagine aziendale sia valida, è fondamentale che tutti i suoi apparati comunicativi mantengano un aspetto uniforme.
Per garantire questa coerenza, è bene regolamentare l’uso del logo con la stesura di linee guida generali, in grado di indirizzare tutte le possibili applicazioni non previste in fase di progettazione iniziale.
Un buon grafico non vi fornirà dunque soltanto un logo ma, nelle indicazioni necessarie per usarlo in modo organico, anche idee per il futuro.
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