Una delle formule più tradizionali di portfolio è quello a tavole, o a fogli sciolti, molto facile da aggiornare ma – per certi versi – poco pratico.
Negli ultimi tempi in molti hanno iniziato a realizzare dei libri rilegati, spesso in edizione unica o al massimo in 3 o 4 copie, per presentare i propri lavori.
In questo caso è chiaro che bisogna progettare con più attenzione il tutto in quanto una volta stampato e rilegato, l’ordine non sarà più modificabile: di conseguenza servirà ancora più minuzia nella scelta dei progetti da inserire e nella successione di questi.
Presentarsi con un libro, anziché che con una raccolta di fogli, può dare un impatto di voi più vicino a quello dell’artista che a quello di un risolutore di problemi: la cosa può essere positiva o negativa, chiaramente dipende da chi sfoglierà il vostro elaborato.
Sicuramente questo tipo di portfolio è molto pratico e, grazie alle tecniche di stampa e rilegatura attuali, il suo costo è molto minore rispetto ad alcuni anni fa.
Oltre alle difficoltà di aggiornamento di un formato libro, potremmo dire che si presenta anche lo svantaggio del non poter presentare i lavori originali, bensì delle foto o delle stampe di questi. Di conseguenza dimensioni reali, tipo di carta e di stampa utilizzate potranno essere solo descritti o illustrati tramite immagini.
Può essere interessante anche andare ad inserire i passaggi che portano dall’idea iniziale al lavoro definitivo, tenendo a mente che questo iter non è apprezzato da tutti. L’ideale sarebbe quindi pensare a degli inserti di vario tipo, come risvolti o tavole, che potranno essere esaminati da professionisti del settore (interessati alla metodologia di studio ed approccio) oppure ignorati da altri tipi di clienti (maggiormente interessati al prodotto finito che al procedimento per arrivare ad esso).
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