Impressionare con l’impressione

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Spesso il confine tra una grafica normale e una accattivante può essere molto labile: conoscere tecniche di finitura e materiali può diventare essenziale nella realizzazione di un prodotto di successo.
Questo è sicuramente il caso di finiture quali l’impressione su lamina e goffratura, che hanno avuto periodi di grande splendore come quando in passato venivano utilizzate per impreziosire le copertine dei romanzi di maggior successo, ma che tutt’ora vengono ancora utilizzate in modo vincente nel packaging.

Impressione su lamina

  • Utilizzata su copertine rigide, ma non solo: scatole e sovraccoperte dei libri non sono da meno infatti.
    (vd. immagine d’esempio, lavoro di Giancarlo d’Orsi, Storia delle Dogane).
  • Solitamente la lamina è di colore metallico (molto spesso oro o argento, ma non necessariamente).
  • L’impressione non è adatta alla riproduzione di elementi troppo dettagliati o di piccole dimensioni (sia nel caso della lamina che a secco)

Impressione a freddo

  • Utilizzata molto spesso nel packaging o nelle etichette.
  • Un adesivo viene realizzato stampando sulla carta in offset e la lamina viene poi accoppiata alla carta, va ad aderire all’area dell’immagine e quindi viene tolta dagli altri punti.

Impressione a secco

goffratura.jpg

  • Produce un “rilievo” sulla carta o sul cartone su cui la si realizza.
  • Per la sua realizzazione vengono utilizzati due stampi (uno maschio ed uno femmina) che vengono riscaldati adeguatamente prima di andare a realizzare l’impressione.
  • Nel caso in cui questa tecnica “spinga” il materiale dall’alto verso il basso (creando un solco) parleremo di goffratura, quando sarà realizzato al contrario, spingendo da sotto verso l’alto (ottenendo un rilievo) parleremo di degoffratura.
  • Spesso viene abbinata all’impressione su lamina per enfatizzarne il colpo d’occhio.

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