Una font di grande impatto: Rockwell.

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Saper utilizzare la font giusta al momento giusto è a dir poco fondamentale.
L’utilizzo della font corretta può fare la vera differenza tra un prodotto di design splendido, o quantomeno funzionale, e un risultato pessimo.
Chiaramente, esistono così tanti caratteri che non sempre è facile sceglierne uno, soprattutto andando a caso. Oggi parliamo di una font particolarmente distintiva e allo stesso tempo molto versatile; dopo aver letto questo post, vi consiglio di acquistarla per le vostre future realizzazioni.

Rockwell

Il Rockwell è un carattere che rientra nella gamma dei cosiddetti “egiziani”, più comunemente ormai chiamati in inglese “slab serif” (“a grazie piatte”).
In questa tipologia di font le grazie vengono semplificate e sovente anche aumentate di spessore, portandole ad una dimensione comparabile a quella delle aste. Questa categoria può essere suddivisa in due sottogruppi gruppi di caratteri: quello con grazie raccordate (come il Clarendon) e quello con grazie non raccordate (come il Rockwell).

Il Rockwell venne progettato e distribuito dalla nota fonderia Monotype Foundry nel 1934, e le sue forme geometriche lo rendono peculiare e molto riconoscibile.

Egizianiultra-bodoni e caratteri iperdecorativi vennero studiati per il bisogno crescente da parte del settore tipografico del Settecento di font adatte alle nuove applicazioni come le locandine, i volantini e le varie pubblicità. Ci si rese conto che utilizzare caratteri con corpo grandissimo o caratteri gotici, per aumentare il nero presente nel layout, non era infatti più sufficiente.

La particolare forma squadrata del Rockwell non ne pregiudica la qualità e la leggibilità. È utilizzato soprattutto per le titolazioni o per parole che debbano avere un impatto forte e immediato al primo colpo d’occhio. Viene invece evitato se è necessario comporre blocchi di testo a più righe o testo corrente. È una di quelle font che danno una forte impronta e una grande personalità ogni qualvolta vengono chiamate in causa.
Una curiosità: è stato il carattere ufficiale della rivista Guinness World Records degli anni ’90.

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