A regime permanente, la portata è costante attraverso una sezione del condotto.
Atomi dell’idrogeno, Campi elettrici ioni-isofoto, Radio litio-atomico, Gas magnetico.
Ti sei mai chiesto quale funzione hai?
(“Pollution” 1972 Franco Battiato)
Sembra rivolto a tutti noi l’ultimo verso di questa vecchia, ma attualissima canzone di Battiato. Inutile far finta di niente: l’impatto ambientale prodotto dalla produzione di carta nel mondo è sicuramente notevole, soprattutto per quanto riguarda il recente passato. Questi dati fanno riflettere: per una tonnellata di carta occorrono mediamente 17 alberi, 26.500 litri d’acqua, 3 barili di petrolio, 4.100 kilowatt di energia e 3 metri cubi di acque di rifiuto, in passato sempre tossiche.
Bisogna però riconoscere che negli ultimi anni, grazie a una maggiore sensibilità verso i problemi ecologici, si stanno trovando soluzioni tecnologiche che riducono notevolmente l’impatto ambientale del processo produttivo di fabbricazione della carta. E bisogna dire che le maggiori aziende produttrici fanno a gara per essere, o diventare, sempre più eco-sostenibili.
La deforestazione è un bel problema (particolarmente acuto in alcuni Paesi quali Russia, Cina e Brasile). Quasi 130 milioni di ettari di terra disboscata per 377 milioni di tonnellate di carta prodotta ogni anno, sono numeri davvero grandi, ma oggi si sta rispondendo ottimamente con l’utilizzo sempre più massiccio della carta riciclata o ecologica (che sempre più affianca per produzione quella “normale”) e della riforestazione (intere foreste di alberi ripiantati proprio con il contributo delle grandi holding del settore). E i risultati sono che un terzo del legname utilizzato per la carta proviene ormai da sfridi della lavorazione industriale del legno e solo il 55% della cellulosa utilizzata proviene da fibra di legno. Il resto è fibra riciclata. O proveniente da altre colture. Soprattutto paglia e bambù.
Nei processi utilizzati per ottenere dal legno la cellulosa, materia fondamentale per la produzione della carta, fino a pochi anni fa era necessario usare composti chimici a base di solventi clorurati estremamente tossici, che finendo nelle acque reflue inquinavano mari e fiumi. Oggi invece il famigerato ipoclorito utilizzato nel processo di sbiancamento della carta normale come della riciclata, è sostituito dall’acqua ossigenata o comunque da composti a base di ossigeno che non inquinano e consentono anche di ottenere acque di rifiuto più pulite e facilmente trattabili dagli impianti di depurazione.
Infine l’energia e l’acqua. Occorre molta energia per il ciclo produttivo di lavorazione, ma anche qui oggi si sfruttano sempre di più, in molti casi fino al 60-70%, fonti energetiche alternative al petrolio: dalla combustione di biocarburante come rami e cime degli alberi, alla combustione di gas naturale, spesso combinata con la produzione di energia ottenuta nei processi di spappolamento meccanico
Insomma, come si vede, il problema dell’impatto ambientale è serio, ma la cura e la prevenzione sono massicce e ormai ne riducono notevolmente la portata.
iPrintdifferent, sensibile da tempo alla riduzione dell’impatto ambientale della stampa soprattutto attraverso l’uso delle carte ecologiche e riciclate e degli inchiostri vegetali, la funzione a cui si riferiva Battiato nella sua Pollution la svolge sempre di più: fare la propria parte per un mondo eco-compatibile e sostenibile.
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