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Il block notes è ancora, probabilmente, lo strumento migliore per prendere appunti.
Vi abbiamo già dato qualche consiglio, ma in questo post cercheremo di aggiungerne altri e di rubare qualche segreto da grandi scrittori e pittori.
Block notes “da battaglia”
Il tipico campo di battaglia su cui impiegare il block notes è la lezione universitaria, soprattutto se si seguono materie umanistiche.
Sono i fidati appunti quelli che possono fare la differenza nella comprensione del testo (e quindi anche nel voto ottenuto…) una volta che, magari mesi dopo avere assistito alle lezioni, c’è da mettersi a studiare sul serio.
Riuscire a utilizzare sempre lo stesso approccio nella raccolta degli appunti, magari utilizzare lo stesso “set” di penne e block notes per tutto il corso, sono accorgimenti che possono senza ombra di dubbio aiutare a farsi un’idea di quello che volevamo “davvero” scrivere mentre prendevamo gli appunti mesi prima.
Un prodotto come Rambloc R4R Paper Pad può rappresentare una ottima arma nella guerra degli appunti, visto che permette di fatto di “ricaricare” il blocco anche con colori di pagina differenti.
Ma se fin qui abbiamo parlato dei block notes come uno strumento per qualcosa che dobbiamo fare, non mancano certo occasioni più piacevoli per utilizzarli: scrivere, o magari disegnare, per sé sarà senza dubbio molto più interessante che prendere gli appunti di una lezione che magari non ci piace neanche troppo! E poi il block notes, magari gli spazi rimasti bianchi tra una lezione e l’altra, possono rappresentare un terreno di “fuga” su cui sbizzarrirsi e lasciar volare la propria creatività. Del resto anche autori serissimi e per questo insospettabili non hanno saputo resistere al fascino dello scarabocchio!
I block notes di Picasso, Hemingway & Co.
Chi non ha sentito parlare di Moleskine? Forse il block notes più famoso della storia. Beh, non c’è da stupirsi più di tanto, visto che può vantare tra i suoi utilizzatori artisti del calibro di Van Gogh e Matisse, Hemingway e Oscar Wilde.
Ma pensare che i grandi personaggi dell’arte, della storia o della letteratura fossero sempre “tutti di un pezzo” e intenti solo a produrre capolavori o decisioni che avrebbero cambiato il destino di una Nazione significa perderne il lato umano.
Ecco perché anche negli appunti di personaggi importantissimi compaiono gli scarabocchi, quelli che oggi, un po’ per colpa di Google, ci siamo abituati a chiamare doodle.
Persino tra gli appunti di Kafka, che non è esattamente famoso per essere un mattacchione.
Ok, non sono esattamente disegni divertenti, questi di Kafka…
Lo sono di più invece questi doodle di un altro personaggio sulla cui faccia il sorriso si vedeva di rado: Samuel Beckett.
Quindi, alla prossima lezione, al prossimo convegno, se proprio non ce la fate più a prendere appunti e la vostra mente, e anche la vostra penna sul block notes, cominciano a vagare sul foglio, non sentitevi troppo in colpa…
Immagine: Mustache Doodle by AndreyCruz16.
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