Comunicare con le immagini: la Giustapposizione

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Un metodo molto interessante, di immediata comprensione e che rende accattivante quello che vogliamo comunicare, lo si può ottenere utilizzando le immagini per giustapposizione. È oltretutto molto probabile che tutti noi, prima o poi, lo si abbia già utilizzato, probabilmente senza sapere che si chiamasse così.

Quando parliamo di giustapposizione intendiamo l’utilizzo di due (o più) immagini che, impaginate una a fianco all’altra, andranno a creare una relazione reciproca comunicandoci qualcosa in modo praticamente inequivocabile, e le caratteristiche di una andranno a relazionarsi con quelle dell’altra.
Molto spesso questa tecnica viene utilizzata per creare dell’ironia, come lo dimostra l’immagine che abbiamo scelto per questo post, relativa a questo articolo di Huffington post nel quale troverete altri esempi.

Per giustapporre le immagini in modo che comunichino in modo funzionale al nostro lettore, bisogna seguire alcune regole molto semplici ma fondamentali quali:

  • entrambe le immagini devono presentare delle analogie;
  • il colore non deve essere un disturbo nel momento della relazione (entrambe a colori o in bianco e nero, non una per tipo);
  • devono essere analoghe ma diverse, in modo da riuscire a veicolare il significato che vogliamo comunicare (un uomo peloso a sinistra, una scimmia a destra; solo per fare un esempio)

La giustapposizione più semplice (ed utilizzata) prevede l’utilizzo di due immagini, e quindi si parla di dittico. Non dimentichiamo che potremmo proporre una comunicazione similare, ma più complessa, utilizzando tre immagini che potremmo inserire ognuna in una diversa anta del nostro pieghevole che, una volta aperto ci fornirà un trittico, oppure nel caso di un numero ancora maggiore di ante di un quadrittico o superiori. È chiaro che all’aumentare del numero delle immagini aumenta anche la difficoltà del farle “lavorare” in modo chiaro e funzionale assieme.

Ma la giustapposizione non è solo ironia: ha radici ben radicate anche nella religione con numerosi esempi di pale d’altare composte da dittici, trittici e anche polittici.
Se per comunicare è spesso consigliato l’uso dell’immagine, figuriamoci quello di due o tre assieme.

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