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Ogni prodotto cartaceo è differente. Il volantino deve raggiungere determinati obiettivi, la brochure deve svolgere altre funzioni e il manifesto altre ancora. Non puoi appiattire tutto in un’unica categoria. Questa è la comunicazione, questa è la strada giusta da seguire: devi differenziare.
Devi differenziare i contenuti ma anche la forma della comunicazione. Su un volantino, ad esempio, puoi usare caratteri di dimensioni maggiori perché hai come obiettivo il colpo d’occhio: devi incrociare lo sguardo del passante e divi farlo in poco tempo.
Quando devi stampare una rivista, invece, hai degli obiettivi specifici. Degli obiettivi, ovviamente, differenti a quelli raggiungibili con un volantino o un dépliant. Detto in altre parole: una rivista pretende un impegno maggiore, ma soprattutto delle soluzioni diverse per organizzare le informazioni. Non basta scrivere: devi organizzare il contenuto. Devi proporlo in modo da agevolare e invogliare la lettura.
La base
Prima di iniziare a scrivere devi pensare alla base che ospiterà i contenuti. Ovvero alle pagine. Ci sono tanti dettagli da curare per ottenere una rivista curata: quando la sfogli non ti rendi conto, non ci pensi, ma in realtà dietro a quelle pagine ci sono attente riflessioni che riguardano misure e dimensioni.
Quali dimensioni? Quelle dei margini che dovrà avere il testo dal bordo esterno della pagina, gli spazi tra le varie colonne, proporzione tra larghezza delle colonne e pagina, larghezza della colonna. In questi casi può essere utile avere una gabbia grafica di riferimento.
Il font
Decisione chiave: il font e tutte le decisioni che riguardano l’organizzazione delle lettere. In questa fase non puoi sbagliare. Devi calcolare ogni aspetto se vuoi che la rivista abbia un testo leggibile, piacevole, degno dell’impegno che hai profuso notte e giorno.
La scelta del font è importante – ogni font ha una larghezza differente e occupa uno spazio specifico – ma ci sono una serie di scelte correlate da considerare. Ad esempio la distanza tra le parole, la distanza di interlinea, la presenza di grazie o meno. Queste decisioni influenzeranno l’ampiezza della colonna. Come calcolarla? Andrea Antoni suggerisce due metodi.
Un metodo abbastanza usuale è quello di realizzarne una nella quale stiano circa 40 caratteri per ogni riga o più o meno sei parole da sei caratteri l’una. Un secondo metodo è quello di scegliere una larghezza che sia in grado di contenere una volta e mezza o due l’intero alfabeto minuscolo.
Un altro aspetto da considerare è il rientro, ovvero quella soluzione grafica che permette di individuare una fase di inizio della scrittura. Viene inserito a caso? No, ci sono delle considerazioni da fare anche in questo caso.
Titolo
Il titolo ha una funzione decisiva in un articolo perché riesce ad ancorare lo sguardo del lettore. Al tempo stesso non deve esaurire tutto il potenziale del contenuto: deve descrivere e invogliare, non esaurire la curiosità.
Un titolo è l’elemento più importante della pagina, per questo presenta un font di dimensioni maggiori. Solitamente viene circondato da una serie di elementi per attirare l’attenzione e per aiutare il lettore a decidere se leggere o meno l’articolo. Io li chiamo microcontenuti.
Microcontenuti
Di solito si parla di microcontenuti in ambito web. Il nome del dominio è un microcontenuto, il tag title è un microcontenuto. In realtà questa è una tradizione della carta stampata: sono i quotidiani ad aver introdotto delle stringhe di testo per agevolare e invogliare la lettura. Questi elementi possono essere riportati anche nella tua rivista:
- Occhiello – Si trova sopra al titolo e offre una introduzione alla notizia.
- Sommario – Aggiunge particolari al titolo.
- Catenaccio – Collega il fatto esposto nella pagina con argomenti collegati.
- Citazione – Estrapolazione di frasi significative.
Questi elementi devono essere scelti con cura. Non devono essere presenti per forza, possono alternarsi e devono in primo luogo lavorare per chiarire il contenuto dell’articolo. Sono tutti, da un punto di vista del font, gerarchicamente inferiori al titolo e superiori al testo.
Immagini
Una rivista non è fatta di solo testo. Ci sono anche le immagini che possono comprendere diverse sottocategorie di contenuti: foto di paesaggi o di individui, grafici, immagini di fantasia, disegni, grafiche di decorazione, infografiche…
Particolarmente importante è il concetto di fotonotizia. Non hai tutto lo spazio del mondo, non puoi inserire tutte le foto che desideri: devi scegliere. Devi individuare quelle che riescono a comunicare nel modo migliore possibile con chi sta leggendo.
Il mio consiglio è semplice: scegli le immagini che riescono a creare un collegamento con quello che hai scritto. Un’immagine bella attira l’attenzione, ma un’immagine semanticamente legata con il testo crea un’esperienza unica.
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