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Negli anni si sono scritti fiumi di post e centinaia di libri riguardanti i loghi, la loro importanza e le caratteristiche che debbano avere. Ciononostante, risulta piuttosto evidente che le aziende vengano rappresentate da elaborati grafici desolanti: in parte è colpa del cliente che indirizza il grafico su binari sbagliati o lo obbliga a sposare scelte errate, ma molto spesso la colpa è delle scarse competenze del professionista scelto per questo lavoro.
Non esiste una formula esatta per indicare quale sia la via da intraprendere per realizzare il logo perfetto perché, trattandosi comunque di arti visive, ad una dose di ragionamenti tecnici indispensabili, bisogna affiancare quella sorta di “innamoramento” per il prodotto finale che è un qualcosa che va assolutamente a sensazione e fuori da schemi fissi.
Esistono però dei passaggi chiave cui non si può fare a meno: ripassiamoli assieme ancora una volta.
Semplicità
Il logo è il “riassunto” di tutto quello che siete voi o la vostra azienda, è la vostra essenza, il suo tratto va depurato da qualsiasi elemento non indispensabile: è un logo non un’illustrazione.
Su questo elemento andrà poi costruita tutta l’immagine aziendale (biglietti da visita, carta intestata, buste da lettera…), di conseguenza deve essere perfetto: non si può realizzarne una versione “temporanea” pensando di farne uno migliore in futuro. Il logo sarà la vostra prima pietra su cui costruire il tutto, poi negli anni potrà subire dei restyle che lo renderanno più attuale, ma un’azienda seria non andrà mai a snaturarlo andando a perdere in coerenza.
La sua progettazione viene fatta in bianco e nero: se funziona così funzionerà anche a colori. Un logo progettato con decine di colori molto probabilmente sta nascondendo tramite inutile cosmesi problemi di progettazione.
Originalità
È chiaro che il vostro logo debba essere originale, perché voi non siete qualcun altro.
Dimenticate l’approccio “voglio un logo come quello della Nike“, frase che un grafico si sente proferire veramente molte volte.
Non è solamente un discorso legato alla creatività ma anche a ragionamenti molto rigidi: diciamo che è l’unione armonica di queste due cose.
Ad ogni modo, prima dell’uso o di una eventuale registrazione, un controllo più o meno approfondito è necessario sia per quanto riguarda il naming che quanto riguarda la parte grafica: uscire con un logo simile ad uno già esistente oltre ad essere sconveniente per la vostra unicità, potrebbe portarvi problemi legali anche piuttosto onerosi.
Impatto
Il logo deve essere impattante e timbrico.
Dovete riconoscerlo come logo, come vostro logo, al primo colpo d’occhio senza se e senza ma. Non devono esserci dubbi: è lui e lui soltanto.
Questo non significa che se voi costruite imbarcazioni il logo debba rappresentare un natante: significa che il tratto e le forme scelte per il vostro caso (potrebbe essere un dettaglio dell’imbarcazione o anche qualcosa di assolutamente astratto) non lascino alcun dubbio circa la vostra riconoscibilità.
Scalabilità
Scalare un logo a piacimento significa che, partendo dallo stesso elemento, potrete stamparlo piccolo come un francobollo oppure proiettarlo con dimensioni enormi sulla facciata di un palazzo, senza perderne chiarezza e leggibilità. Il fatto che il logo sia scalabile lo si rimanda molto spesso al suo essere realizzato in formato vettoriale e non raster, certo è assolutamente giusto, ma non è solo un problema di estensione del file: bisogna assolutamente essere certi che sia in dimensioni enormi, che in dimensioni molto piccole, gli elementi rappresentati restino ben visibili e leggibili. Se un logo non riesce a sostenere questa verifica, non è l’elaborato che fa per voi.
Questi sono solo alcuni punti utili da tenere a mente nel momento in cui si valuta un elaborato di questo tipo, poi è chiaro che non ci si fermi qui, ma se il logo propostovi (o che avete realizzato) supererà queste prove è molto probabile che siate davanti all’inizio di una lunga storia d’amore e di grafica.
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