La notizia che quest’anno la presentazione sul mercato del vino novello verrà anticipata al 30 ottobre, mi ha dato lo spunto per questo post. Chi mi conosce sa bene che sono astemio, sono decisamente più esperto (mettiamo da parte la modestia per un attimo) di grafica. In quanto tale, la prima cosa che mi viene in mente quando penso al vino è l’etichetta. E, ovviamente, nell’acquisto di una bottiglia da portare a una cena la scelta è dettata proprio dalla grafica dell’etichetta. E, come me, sono in tanti a farsi guidare dai propri occhi.
In un supermercato, con scaffali pieni di prodotti simili, il packaging è indubbiamente importante nel catturare la nostra attenzione, ma quando si tratta di vino il senso estetico e l’importanza della comunicazione visiva assumono un significato più intenso. L’etichetta deve comunicare la personalità del vino, e il prestigio della cantina che lo produce, e contribuisce ad aumentare il valore percepito, impreziosendo la bottiglia: è il vero biglietto da visita del vino. Ci sono diversi studi che dimostrano come le strategie di marketing possono influenzare il senso del gusto ed è proprio quello che accade con le etichette del vino: il nostro cervello è influenzato dall’estetica della bottiglia. Per questo, la progettazione grafica di un’etichetta è un lavoro stimolante per ogni grafico.
Nello spazio di ingombro di un’etichetta che risalta dalla bottiglia monocromatica rientrano infinite possibilità, date dalla combinazione di creatività e infinite tecniche di stampa. Il tradizionale rettangolo può trasformarsi in una fustella creata ad hoc; può essere minimalista e arricchito da dettagli metalizzati o dorati o può trasformarsi in un’opera d’arte pop; può avvolgere tutta la bottiglia o scomporsi in vari elementi; e può, anzi, deve raccontarci la storia di quella bottiglia. Insomma, non ci sono regole da seguire se non le due essenziali. La prima è essere essenziali (la ripetizione serve a fissare meglio il concetto): la semplicità è ciò che rende ogni tipo di comunicazione efficace, anche quella visiva. La seconda è conoscere bene quello di cui vogliamo parlare, il messaggio che vogliamo trasmettere: prima di prendere in mano la matita o di mettersi davanti al computer bisogna aver chiaro in mente il messaggio e le impressioni che vogliamo comunicare. E questo vale nel vino come per qualunque altro prodotto.
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