Stampa digitale: ispirazione per i font – 1

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Abbiamo visto in un paio di post precedenti come i font rappresentino il confine tra tecnica e arte anche nella stampa digitale.

E in questo post presenteremo alcuni dei più importanti font designer contemporanei.

Dal “font fatto a mano” alla stampa digitale

Sì, perché, se la progettazione di nuovi tipi di caratteri, il font design, esiste in pratica da quando esiste la stampa (e font “antichi” vanno ancora tranquillamente per la maggiore: basti pensare che Giovanni Battista Bodoni, creatore della famiglia di font omonimi, fu all’opera tra Diciottesimo e Diciannovesimo Secolo. Il Garamond, altro font ancora usatissimo, fu inventato dal tipografo francese Claude Garamond addirittura nel Sedicesimo Secolo).

Quello che prima è accaduto a partire dai primi anni del Ventesimo Secolo, con il boom, iniziando dagli Stati Uniti, della comunicazione pubblicitaria moderna, e che poi si è ancora di più accentuato con l’avvento di Internet in generale e della diffusione della stampa digitale in particolare, è che la domanda per font da utilizzare in una comunicazione sempre più di massa, e in quanto tale sempre più rumorosa e sempre più bisognosa di colpire il target per farsi ricordare, è aumentata in maniera prima sensibile, poi eccezionale.

In questa vera e propria jungla, in cui spesso la quantità è a discapito della qualità, ci sono alcuni personaggi che rappresentano il top del top del mondo del font design. E quindi, come abbiamo già detto ormai spesso, un esempio da seguire e una sorgente di ispirazione a  cui ispirarsi.

Sono loro quei personaggi che sanno fare del font progettato un’opera d’arte e un grande successo nella comunicazione.

I grandissimi dei font tra stampa digitale e analogica

Cominciamo con Matthew Carter. Carter è di nazionalità Inglese. Classe 1937, è quindi tutt’altro che un ragazzino della Silicon Valley. Ma chiunque abbia mai scritto anche solo qualche riga con Word o qualsiasi altro programma simile si è sicuramente “imbattuto” in lui, o meglio dei suoi font. Perché magari non conoscete il signor Carter ma sicuramente conoscete i signori Tahoma, Verdana, Georgia: perché, ebbene sì,questi font famosissimi li ha disegnati il signor Carter…

Anche Gerard Unger, olandese, non è un ragazzino, visto che ha solo cinque anni meno di Carter. Ma anche i font di Unger sono sempre a portata d’occhio: tra essi Amerigo e Gulliver, e il recente (nato nel 2013) Alverata.

Sia nel caso di Carter sia in quello di Unger ciò che dovremmo provare a “rubare” è la capacità di rielaborare in maniera creativa temi preesistenti (il “nuovo” Alverata per esempio si ispira a caratteri amanuensi del Tredicesimo Secolo) e quella di  saper bilanciare gusto ed esigenze tecniche (Verdana e Georgia, per esempio, sono nati per rispondere all’esigenza di caratteri più leggibili sui monitor).

Immagine: foliovision.

 

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