E’ ormai opinione diffusa dei cosiddetti nemici della carta, che produrre cellulosa è la causa principale della distruzione delle più belle e maestose foreste della Terra.
Nell’opinione pubblica si diffonde pertanto la devastante immagine di una rigogliosa e verdeggiante foresta amazzonica, che viene man mano fagocitata e distrutta dalle aziende produttrici di carta.
Ma stampare volantini pubblicitari o, magari, la stampa cartoline, che raffigurano una lussureggiante foresta tropicale, davvero può causare danni così ingenti?
E già qui ci troviamo in presenza di un clamoroso controsenso: per ogni azienda che produce e che, per proseguire la sua attività di produzione, necessita di una particolare risorsa, è palese che il suo interesse sia di poter continuare a contare sulla risorsa in questione, praticamente all’infinito, proprio per non trovarsi nella situazione di dover interrompere l’attività produttiva.
Per le cartiere è quindi fondamentale che le foreste continuino ad essere ben popolate di alberi!
DEFORESTAZIONI. ALCUNI DATI E QUALCHE CONSIDERAZIONE.
Se consideriamo le foreste europee, si è calcolato che esse crescono, ogni anno, di una superficie pari a 1,5 milioni di campi di calcio.
Risultato più che straordinario, che in parte è frutto anche dell’intervento delle industrie cartarie, le quali si fanno promotrici di una gestione più consapevole e sostenibile della riforestazione mondiale: in tal modo risulta che ogni anno siano più numerosi gli alberi piantati rispetto a quelli abbattuti.
Sono le foreste tropicali ad essere maggiormente colpite dal fenomeno della deforestazione, ma le cartiere contribuiscono solo marginalmente a questo evento.
Settore agricolo ed energetico, spesso a livello locale, sono i principali fautori del 50% della deforestazione nel mondo.
La FAO (Food and Agriculture Organization) ha calcolato che, nel 2007, l’industria cartaria ha operato un utilizzo relativamente ridotto del legname: fatta 100 la quantità di legno ricavato dalle foreste mondiali, il 53% è destinato a produrre energia, il 28% è destinato alle segherie e soltanto l’11% è finito direttamente alle industrie della carta.
FAO: DESTINAZIONE DEL LEGNO RICAVATO DALLE FORESTE DEL MONDO NEL 2007
Nel 2009, secondo un report di replantingtherainforests.org, la causa diretta della deforestazione della zona tropicale, è imputabile principalmente alla trasformazione dei terreni boschivi in terreni agricoli e per la pastorizia di sussistenza.
In alcuni Paesi delle stesse zone, inoltre, vi sono complicazioni di diritti fondiari e di conversione delle foreste in piantagioni industriali; tutti dilemmi che preoccupano tanto le cartiere, quanto i consumatori più consapevoli e le associazioni ambientaliste.
In altre zone del pianeta, come in Nord Europa, le foreste da cui si ricava la carta, sono semi-naturali: vengono cioè rigorosamente controllati i cicli di piantumazione, crescita e taglio.
In Paesi come Russia e Canada, invece, dove sono sfruttate le foreste naturali, tale sfruttamento riguarda soltanto una quota minima della crescita boschiva annua totale.
ECOLOGIA & CARTA. LA TIPOGRAFIA MODERNA NON E’ LA CAUSA DI OGNI MALE.
Le attività forestali in Europa si stanno sviluppando secondo modalità che possono essere considerate positive per la biodiversità, come dichiara l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA).
L’ecologia della carta, inizia proprio dall’utilizzo del legno, la sua risorsa primaria, che di per sé non è soltanto riciclabile e rinnovabile per sua natura, ma fornisce anche, nella sua struttura primaria in forma di alberi e foreste, un habitat naturale per innumerevoli specie animali ed anche un naturale purificatore dell’aria che respiriamo.
L’industria cartaria, facendo in modo che gli alberi utilizzati siano ripiantati, contribuisce in realtà a far sì che le foreste continuino ad esistere per lunghissimo tempo e che la quantità di alberi continui ad aumentare, anziché diminuire.
Si può pertanto dedurre che, probabilmente, la bestia nera che distrugge le meravigliose foreste del nostro pianeta, sia da ricercare altrove… magari tra attività che sembrano più ecologiche solo ad un esame superficiale?
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