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La coscienza ecologica riguarda anche il mondo della stampa. Avevamo già parlato di carta ed ecosostenibilità, ma si può essere “green” anche utilizzando un font che risparmia fino al 20% di inchiostro. Così afferma l’agenzia Spranq che ha rilasciato Ecofont.
Stampa ecologica: oltre il Garamond
Il font considerato più ecologico era il Garamond: di fatto un vero classico, visto che il tipografo parigino Claude Garamond lo aveva ideato attorno al 1550. Il Garamond era diventato ben presto un font “alla moda”, soppiantando i caratteri gotici che avevano caratterizzato la stampa fin dalle sue origini con Johann Gutenberg.
Il Garamond è diventato poi un font molto comune per la stampa digitale, risultando anche una ottima soluzione dal punto di vista ecologico, in termini di risparmio di inchiostro a parità di stampa. Questo almeno fino alla invenzione di Ecofont…
Una stampa… Con i buchi!
Spranq è una agenzia di Utrecht che ha ottenuto un ulteriore risparmio del 20% di inchiostro a parità di stampa rispetto all’utilizzo del Garamond.
L’uovo di Colombo è stato quello di prendere un font open source, il Vera Sans (a sua volta un font storicamente molto importante, visto che è stato commissionato appunto per la distribuzione open source da GNOME Foundation, il progetto di piattaforma informatica completamente free software) e sottoporlo a una “cura dimagrante”. Come? Sforacchiandolo!
È la presenza del vuoto nei caratteri che ottiene il risultato, sorprendente e ovvio a un tempo, di abbattere l’utilizzo di inchiostro.
La stampa dopo Ecofont
Mentre persino Greenpeace adottava Ecofont per le sue comunicazioni, cominciava la corsa a soluzioni di stampa ancora più economiche ed eco-compatibili. Per esempio la University of Wisconsin-Green Bay sta studiando soluzioni che utilizzano un altro font già di per sé molto popolare e “storico”: il Century Gothic, ovvero il restyling digitale con cui è stato aggiornato il Futura, risalente al 1927.
Come dire: la battaglia per salvare il pianeta passando dalla stampa è iniziata! Per il tuo prossimo libro magari potresti valutare l’uso di un font che aiuta l’ambiente.
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