Arte e Comunicazione al Muro: Storia di Stile

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Manifesto di Yves Saint Laurent

La stampa manifesti online, per tutti noi, è prassi ormai consolidata, e la presenza di manifesti pubblicitari, che caratterizza il volto delle nostre metropoli, ha costituito, nel corso del tempo, il campo d’azione e di sperimentazione del designer grafico. E il manifesto, una delle più antiche forme di comunicazione, ha una storia che risale addirittura alla fine dell’Ottocento.

Il progresso delle tecniche di stampa litografica consentì agli illustratori di fine XIX e di inizio XX secolo, di caratterizzare maggiormente gli annunci, grazie al ricorso ad immagini efficaci. Il disegno e i colori rispecchiavano, a livello artistico, le immagini e il gusto estetico dell’epoca: è il periodo contraddistinto dallo stile liberty (così chiamato in Italia e in Inghilterra), o art nouveau in Francia e Jugendstil in Germania.

Ben presto, però, queste illustrazioni abbandonarono lo spazio angusto della pagina del giornale e invasero letteralmente gli spazi principali delle città: all’annuncio pubblicitario si aggiunse il supporto del manifesto.

Il manifesto ha rappresentato una sorta di secolarizzazione dell’arte pura, prettamente accademica e celebrativa, ad esclusivo appannaggio dell’artista-poeta; da quel momento iniziò ad attenuarsi la discriminazione tra arte alta (classica) e arte applicata, poiché per artisti e pubblico crebbe la consapevolezza delle nuove esigenze della società industriale: associare al prodotto un efficace messaggio pubblicitario.

 

I MANIFESTI: EVOLUZIONE DEGLI AFFICHES FRANCESI.

I primi manifesti, che caratterizzarono con la loro innovativa presenza, moderne metropoli europee come Londra e Parigi, erano soprattutto grandi annunci pubblicitari: la loro forma grafica, infatti rispettava la medesima impostazione degli annunci sui giornali.

Manifesto epoca Liberty con campiture
Manifesto con campiture: riempimenti di colore senza sfumature.

Le soluzioni estetiche sperimentate nei manifesti di fine Ottocento e degli anni Trenta del Novecento, gli affiches francesi, furono indirizzate verso la sintesi delle forme e del segno, la stilizzazione delle figure e l’appiattimento dei colori. Si trattava di soluzioni dettate anche dalle tecniche di stampa litografica, che obbligavano all’uso di campiture prive di sfumature, ma ciò che in un primo momento erano sembrati limiti tecnici, si trasformarono presto nelle caratteristiche più rappresentative del nuovo prodotto grafico, connesse a nuove possibilità espressive.

Alcuni artisti dell’epoca, come Henry de Toulouse-Lautrec ed Édouard Manet, contribuirono in maniera decisiva all’evoluzione del manifesto e dello stile grafico prettamente pubblicitario.

Le immagini prendono sempre più il sopravvento sul testo e il risultato, dal forte impatto visivo, preannuncia lo sviluppo della grafica moderna nel secolo successivo.

 

IL MANIFESTO DI ADVERTISING

La tipografia online permette un’ampia accessibilità alla stampa manifesti, e ciò rappresenta un grande vantaggio per l’advertising.

L’advertising (la comunicazione prettamente pubblicitaria, finalizzata alla vendita di prodotti e servizi) privilegia un tipo di comunicazione testuale nel quale le tecniche di linguaggio persuasivo, basato sull’uso delle figure retoriche, rappresentano, spesso, i principali protagonisti.

In assenza del testo, l’immagine risulta indissolubilmente legata al prodotto dell’annuncio pubblicitario.

Famoso manifesto Martini
L’evoluzione delle tecniche di stampa permette l’uso delle sfumature di colore.

Il manifesto di advertising, nei suoi vari formati (dall’A3, al manifesto 70X100, oppure 50X70), ripete la logica dell’annuncio stampa: enfatizzazione del prodotto attraverso l’illustrazione del benefit e di tutte le ragioni a supporto della credibilità dell’annuncio.

Benché non si possa distinguere fra una grafica industriale colta da una pubblicitaria, esiste un tipo di grafica che, soprattutto nei campi della pubblica utilità, sociale e culturale, e libera dai dettami dei contesti di mercato, esprime valori semantici (di significato) di alto livello stilistico. In tali contesti, il designer grafico può sperimentare linguaggi grafici e soluzioni di forma, attingendo dall’immenso patrimonio lasciatogli dalla storia e dai suoi protagonisti.

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