Gli argomenti dell'articolo
Obiettivo di chi stampa riviste: il piacere di leggere dei propri clienti.
Scegliere la tipografia di qualità, è l’ultimo importante passo da compiere, per soddisfare chi ama le riviste cartacee: da leggere, sfogliare, annusare (chi non ama l’odore di nuovo della carta patinata fresca di stampa?), ritagliare, riciclare e fare persino découpage.
Quando si impagina un quotidiano, o prima di procedere ad una stampa rivista, il primo elemento cui è necessario prestare attenzione, subito dopo la disposizione degli spazi dedicati a testo e immagini, è il raggruppamento del testo in sottoinsiemi. Essi stabiliscono la disposizione e la gerarchia, nel contesto più ampio della pagina e, ognuno di essi, rappresenta differenti priorità per il lettore.
ELEMENTI CHE CONVINCONO IL LETTORE E ATTRAGGONO ALLA LETTURA.
La pagina di un quotidiano o di una rivista, contiene degli elementi che, riconoscibili già a colpo d’occhio, agevolano la lettura, rendendola più veloce ed interessante. Anche statisticamente, ognuno di essi viene preferito dai lettori, in misura maggiore o minore rispetto agli altri, perché attirano lo sguardo rispetto al resto della pagina, offrendo le informazioni più rilevanti e interessanti, senza dover leggere obbligatoriamente tutto il testo, che si presenta davanti agli occhi. Il lettore moderno è frettoloso… solo quando ritiene che un argomento non valga la pena di essere approfondito, in caso contrario, quando un titolo incuriosisce, si è disposti a dedicare anche un buon quarto d’ora alla lettura di un articolo.
Questo concetto è ben chiaro a chi pubblica articoli sul gossip!
- il titolo, elemento in assoluto più di spicco in una pagina, per spessore, grandezza e colore dei caratteri che lo compongono, viene letto anche 5 volte di più del corpo del testo
- le didascalie, elementi adatti a spiegare, integrano ciò che nell’immagine può non venire percepito; vengono lette, mediamente, il doppio del corpo del testo. Ciò significa che il lettore si sofferma più volentieri sulle immagini che sul testo degli articoli.
- i titoletti, elementi scritti con caratteri più piccoli rispetto al titolo, ma più grandi rispetto ai caratteri del corpo del testo, rispetto ad esso, vengono letti quasi sempre prima dell’articolo. E spesso è merito/causa loro se il lettore sceglie o meno di approfondire la lettura dell’articolo, in quanto ne forniscono una sintesi e un’anticipazione.
Il progettista grafico interviene su variabili di forma, colore, dimensione, orientamento e distanza, per organizzare al meglio le informazioni visive. Tuttavia, a facilitare ancora di più la lettura, intervengono ulteriori semplificatori, quali:
- iniziare un testo con un capolettera o scrivere in grassetto le parole di apertura del testo
- dare risalto ad un sottotitolo, ad esempio ponendolo al centro della pagina, in uno spazio delimitato anche, magari, da elementi grafici e usando un carattere più grande e in grassetto, rispetto al testo
- scrivere il sottotitolo in forma interrogativa (iniziare con una domanda, crea un senso di curiosità e aspettativa nel lettore).
ELEMENTI CHE INCORAGGIANO O FRENANO LA LETTURA.
Vi sono poi elementi che, se mal dosati e sbilanciati tra loro, possono scoraggiare il lettore, inducendolo ad abbandonare la lettura, perché la percepisce troppo faticosa e disagevole.
Il Paragrafo.
E’ la porzione di testo compresa tra due ritorni a capo. Normalmente un paragrafo dovrebbe concludere un argomento, che non dovrebbe più essere ripreso in quello successivo.
Se il paragrafo è troppo lungo, il lettore potrebbe decidere che non vale la pena affaticarsi e procedere nella lettura.
Lo Spazio tra i paragrafi.
Se la distanza tra un paragrafo e quello successivo è adeguata, ciò può aumentare il tasso di lettura; in caso contrario, se i paragrafi sono troppo ravvicinati, questo inciderà sul tasso di abbandono dei lettori.
La Giustezza della colonna.
Per giustezza si intende la larghezza di una colonna di testo o di una pagina.
Se la giustezza è eccessivamente ridotta – un testo incolonnato in spazi troppo stretti – l’occhio deve effettuare troppi e repentini passaggi lungo la traiettoria verticale del testo. Viceversa, una giustezza troppo elevata – un testo incolonnato in spazi troppo larghi – rende difficoltoso andare a capo, senza perdere il segno, soprattutto in presenza di un carattere piccolo rispetto alla lunghezza della riga.
L’Interlinea e la Spaziatura.
L’interlinea è lo spazio compreso fra un riga di testo e la successiva; mentre la spaziatura è lo spazio fra lettera e lettera e fra parola e parola.
Nel caso dell’interlinea, se troppo ridotta, il testo apparirà come un muro impenetrabile di parole, con le righe troppo addossate l’una all’altra; viceversa, se troppo ampia, il testo risulterà dispersivo e per l’occhio sarà difficile andare a capo.
Intuitivamente, sarà piuttosto difficoltosa la lettura, nel caso in cui non sia adeguata la spaziatura fra lettere e parole.
Il Corpo del carattere e caratteri Lineari o con Grazie.
Il corpo di un carattere è l’ingombro verticale della lettera, in riferimento agli estremi superiori e agli estremi inferiori della lettera alfabetica.
Se il corpo del carattere è troppo piccolo, la lettura non è sicuramente agevole (per leggere su carta il corpo è bene che sia di almeno 9 punti).
I caratteri con grazie (o serif) sono caratterizzati da tratti terminali curvati e con appendice, mentre i caratteri senza grazie (o sans serif o lineari) hanno i tratti terminali tronchi.
In generale, i caratteri serif, come il Times New Roman, risultano più semplici da leggere sulla carta (come libri, riviste, ecc.); i caratteri lineari, come ad esempio il Futura, sembrerebbero agevolare maggiormente la lettura sul web.
Chiaramente, quando parliamo di percezione visiva, la soggettività è una variabile da tenere in considerazione, in quanto ciò che per qualcuno è più chiaro, leggibile e lineare può non esserlo altrettanto per qualcun altro. Resta comunque vero, che buon gusto ed elementi ben bilanciati, possono rivelarsi strategie comunque vincenti.
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