Una copertina ispirata

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Dicevamo qualche post fa, parlando di rilegatura, che non si dovrebbe giudicare un libro dalla sua copertina. Ma chi è che non l’ha fatto almeno una volta..?

Perché quando si tratta di libri, ma anche di riviste, cataloghi o brochure pubblicitarie, dare una buona impressione subito è comunque importante, ed è innegabile che una brutta copertina può vanificare il messaggio che stiamo cercando di far passare ai lettori, o ai clienti, potenziali.

Una copertina “bella”: oggettivo o soggettivo?

Ma come si fa a definire, a capire veramente, se una copertina è bella o brutta? Se è destinata a funzionare oppure è destinata a essere ben presto dimenticata, magari trascinando con sè anche quello che sta oltre la copertina stessa, il messaggio che stavamo cercando di comunicare?

Naturalmente l’impressione che si trae da ciò che vediamo ha in sé una componente oggettiva, derivante da, per farla breve, i nostri condizionamenti culturali: la nostra storia personale è sempre contestualizzata nell’ambiente in cui viviamo e alcuni canoni derivano appunto dall’ambiente stesso.

Quando però guardiamo a questi canoni per così dire dall’altra parte della barricata, proponendo un messaggio e non percependolo passivamente, solo come fruitore o spettatore, quello che si deve raggiungere ed ottenere è un messaggio che sia il più facile possibile da far passare.

E per ottenere questo risultato ci sono alcune regole, fortunatamente, che funzionano quasi sempre…

Cinque regole e una eccezione per ottenere una bella copertina

una copertina bilanciata

I canoni culturali non fanno altro che addestrare il nostro occhio a cercare conferme in quello che vede. Se nella copertina che stiamo proponendo risultano presenti queste conferme, non facciamo altro che aumentare le probabilità che la copertina piaccia e piaccia a più soggetti. Che abbia successo, in una parola! Ecco quindi alcuni suggerimenti quasi infallibili… Ecco che cosa vogliamo ottenere.

Una copertina bilanciata

Equilibrio. La copertina deve risultare bilanciata, gli spazi che vanno a costituirla devono rappresentare una unità armonica.

Una copertina ridondante

Reiterazione. La ripetizione, la reiterazione di un elemento grafico “cattura” l’occhio.

Una copertina a contrasto

Opposizione tra colori, oppure opposizione tra elementi (un testo grande e un testo piccolo, oppure l’elemento grafico “ridondante” di cui sopra che viene riproposto in due dimensioni molto diverse).

 Una copertina con una focale

Dominanza: decidere quale deve essere il punto esatto con cui e su cui attrarre l’attenzione, usando di volta in volta forme, colori, elementi grafici.

Una copertina gerarchizzata

Gerarchia: scelto il punto dominante, dare, nella ricerca di equilibrio della pagina, una gerarchia ai suoi componenti.

Oppure…

Oppure, se si ha una intuizione che “rompe” le regole di cui sopra, percorrere una strada concorrente, cercando di attirare l’attenzione per contrasto, sovvertendo i princìpi, ma volontariamente, non per sbaglio! 😉

Immagini: www.beautifulbookcovers.com

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